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Fitodepuratore

Report di settembre/ottobre 2019

Report generale sul fitodepuratore

Periodo: settembre/ottobre 2019

Ho ripreso a monitorare le condizioni del fitodepuratore da fine settembre dopo essermi state comunicate nei giorni precedenti segnalazioni sulle sue condizioni. Dall’osservazione che ho fatto mercoledì 25 settembre, verso le 16.00, ho notato che tutto sommato l’impianto non versava in uno stato così preoccupante. Le piante acquatiche, le componenti forse più importanti per la depurazione naturale delle acque reflue, erano ancora in buono stato e non erano secche. La ninfea nel laghetto per esempio presentava ancora dei bei fiori e anche le piante circostanti erano in buono stato. Tra l’altro non ho sentito cattivi odori. Se per le piante ho riscontrato un buonissimo impianto, che fanno pensare dunque a un reale funzionamento del sistema, per altre cose ho individuato delle criticità, in effetti da sistemare. In molti punti, al di fuori della recinzione di legno che delimita le vasche per la raccolta delle acque rispetto alla parte esterna in cui si può camminare, ci sono piante che stanno infestando i sentieri, ma forse ancora più grave è che alcune di queste stanno invadendo un bocchettone, collocato in una specie di fossa, posta al di fuori della recinzione di legno ma collegata alle vasche; si tratta di una componente importante in quanto scarica le acque, ormai depurate dalla fitodepurazione, in un torrente che emerge per un tratto proprio accanto all’impianto, il torrente Roggia, le cui acque proseguono poi fino a Cantù Asnago. Lo scarico idrico potrebbe essere ostacolato senza un intervento di rimozione sul condotto delle piante invadenti.

Riguardo il laghetto, seppure in buone condizioni nella sua complessità, ho notato che in un punto preciso, ovvero nella vasca volano, le acque sono di un colore piuttosto verde e pare essersi formata della schiuma verdastra in superficie. Tuttavia, anche in questo punto rimane attivo un processo di depurazione da parte delle piante acquatiche; proprio in questa vasca crescono piante di mazzasorda (Typhia latifolia) caratterizzate dalle loro tipiche spighe strette marroni, ben sviluppate e che ho visto crescere nel trascorrere dei mesi a partire da marzo.

Da un confronto con un esperto, ho appreso che i colori che ci sono nel laghetto sono dovuti al materiale che cresce e muore in acqua e in questo periodo autunnale sono caratteristici i colori di questo tipo. Non solo la fioritura e la quiescenza delle piante, ma anche le temperature e le quantità e frequenze di scolmo giocanoun ruolo importante riguardo la colorazione dell’acqua.

In generale quello che fa trattamento e rimozione per il 90% degli inquinanti è il primo stadio, il sistema a flusso sommerso, dove ci sono le phragmites (cannucce di palude) messe a dimora sulla ghiaia.

Ho osservato la situazione generale dell’impianto anche in data 26 ottobre, verso le 16.30. In particolare, ho notato che alcune piante di mazzasorda hanno cominciato a seccarsi, ma la causa potrebbe essere stata il netto abbassamento delle temperature verificatosi tra settembre e ottobre.

Quando fa estati calde come l’ultima, tutte le macrofite emergenti stagionali tendono ad ingiallirsi prima del solito anche se vanno in quiescenza comunque quando si abbassano le temperature.