Sabato 5 febbraio, abbiamo fatto un’escursione alla località Campaccio, sita a Capiago, e abbiamo avuto come ospite il signor Gaetano Ornaghi, un abitante di Viganò (LC), appassionato di storia locale e che ha voluto conoscere la nostra associazione per delle sue ricerche. Con noi c’erano i nostri collaboratori Fausto Cappelletti e Vittorio Zanoni. Siamo partiti a piedi dal piazzale della Chiesa di San Leonardo di Intimiano e abbiamo attraversato la pista ciclopedonale giungendo a Capiago, al parcheggio del cimitero. Da qui siamo entrati in via Papa Giovanni XXIII percorrendo un tratto delle via Serenza, e, rimanendo sulla stessa via, siamo saliti su una strada a sinistra verso il bosco.
Entrati nel bosco, salendo verso il Campaccio, siamo rimasti subito colpiti dalla presenza di massi erratici ai lati del sentiero; si trattano di blocchi di granito.
“I massi erratici sono massi isolati di dimensioni varie, che i ghiacciai, in epoche lontanissime, hanno trasportato dalle montagne della Valtellina fino alle pianure“.
I massi erratici trovati lungo il cammino:
Quarzo grezzo su un masso erratico Quarzo grezzo su un masso erratico
Il Sass sùra Lipòm
Circa un 400 metri prima della salita che porta alla cima del Campaccio, si trova il Sàss sùra Lipòm, un masso erratico di dimensioni maggiori.
Vittorio sul Sass sùra Lipòm Io, Fausto e il signor Ornaghi sul Sass sùra Lipòm
Alla ricerca del Sass de la Prièla
Come associazione, eravamo a conoscenza di un secondo masso erratico al Campaccio di grandi dimensioni, oltre a quello di Sùra Lipòm, ovvero il Sass de la Prièla, indicato nello stesso pannello posizionato in cima al Campaccio. Tuttavia, non lo abbiamo trovato, nonostante le nostre ricerche. Ci siamo però informati dopo l’escursione e, a quanto sembra, rimane all’interno di una recinzione privata nei pressi della stessa salita che porta al Campaccio. Torneremo una seconda volta e lo scopriremo.
Salita verso la cima del Campaccio Campaccio: Croce rogazionale, restaurata dai fratelli Antonio e Raffaele Bedetti Campaccio
Arrivati a questo punto, siamo tornati indietro verso Capiago. Nello scendere abbiamo visitato un altro segno religioso, ovvero una cappellina dedicata alla Madonna e Gesù bambino. Si tratta di un piccolo monumento recente, realizzato dai fratelli Antonio e Raffaele Bedetti, da Antonio pitturato nel 1994, posizionato nell’edicola nel 1997 insieme alla scalinata in pietra, e benedetto a maggio del 1998. Composto da due pilastri in mattone, poggia su un blocco di pietra probabilmente antico.
Tra l’altro, all’incirca in questo punto, che sta circa 100 metri sopra la strada di Trecallo che porta verso Albate, precisamente 20-30 metri sotto la cappellina, vi è la sorgente della roggia Mirabella.
Siamo continuati a scendere fino a uscire dalla Strada delle Fontane. Proseguendo lungo questa strada siamo arrivati al centro di Capiago e siamo passati anche per la Chiesa di Capiago, la Chiesa di Santi Vincenzo e Anastasio. In seguito, arrivati in Via Serenza, siamo entrati nella pista ciclopedonale e siamo ritornati così al piazzale della Chiesa di San Leonardo di Intimiano.
Strada Delle Fontane Incrocio tra Via Papa Giovanni XXIII e Strada delle Fontane
Via Serenza
Prima di salutarci, il signor Ornaghi ci ha donato una copia del suo libro “Una Croce nella Valle” in cui spiega la storia, la cultura e le usanze delle popolazioni celtiche nel territorio brianzolo, partendo dallo studio da lui stesso condotto sulla Valle Santa Croce di Missaglia (LC) e la Chiesa della Santa Croce. In una colonna di questa Chiesa è stata ritrovata, infatti, una scritta etrusca, e Ornaghi, dandone un’interpretazione possibile e partendo da questa scritta, delinea la storia di questa Chiesa e la storia, i segreti e i misteri della Valle Santa Croce nella Brianza Insubre.
La Chiesetta del Campaccio
Bibliografia e fonti:
Bedetti, Antonio (la cappellina e la croce rogazionale al Campaccio), intervista personale, 26 febbraio 2022.
Gaetano Ornaghi, 2021 Una Croce nella Valle. La Valle Santa Croce nella Brianza Insubre: storia, segreti e misteri, 1° ed., Opificio Monzese delle Pietre Dure [Monza], 2021.