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La Ca’ di Lader

Una zona di Lambrugo che per anni è stata nascosta dalla vegetazione sta ritornando al suo antico splendore naturalistico e storico. Un passaggio obbligatorio per completare l’itinerario della “via dei mestieri”.

Mappa dei siti – “mapa di sitt”

La zona della Ca’ di Lader è formata in prevalenza da un conglomerato detto anche “ceppo brianzolo” dovuto al deposito di materiali spinto dalle glaciazioni preistoriche.

La scarpata che si alza a ovest del campo sportivo di Lambrugo è detta appunto “il Cepp”.

Questo tipo di materiale è molto presente nel sottosuolo del paese di Lambrugo ma, lo si vede anche affiorare in diversi posti come, ad esempio, al cosiddetto “Sasso d’Oro” (di fronte ristorante Al Rustico).

Questo ceppo è stato molto usato da noi fino alla prima metà del secolo scorso anche per le varie costruzioni. Essendo anche decorativo è ancora oggi impiegato per muretti e aiuole per giardini.

La fenditura Ca’ di Lader è stata causata probabilmente da un fenomeno tellurico, e prima che si cominciasse a intagliare le macine doveva essere più stretta.

Non è noto quando iniziò questa tipologia di lavorazione che comunque non si è limitato solo a questa zona, in quanto spostandosi verso nord si notano resti di macine abbozzate nella roccia.

Tutto il lavoro era eseguito ovviamente a mano con scalpelli, come si nota dai segni lasciati sulle pareti.

Una volta pronte le macine, che in alcuni casi erano di notevoli dimensioni, sembra che venissero calate verso la sottostante “Piana di Bovia”. La scarpata che dalla Ca’ di Lader scende verso la piana è appunto chiamata “La Molera”, termine che deriva da mola o macina.

Tra il 1877 e il 1879 fu costruita la ferrovia Milano-Erba e quindi dopo quegli anni evidentemente non fu più possibile intagliare le macine.

La Ca’ di Lader può apparire un posto lugubre e ciò può aver determinato questo nome.

Esiste inoltre la leggenda che narra come in quel luogo si rifugiassero i briganti, che compivano ruberie nei paesi della zona, a spartirsi il bottino. Uno in particolare era molto noto a alcuni anziani del paese giuravano che fosse esistito davvero e che lo avessero incontrato. Era chiamato “ul Curnova”, poiché proveniva da Cortenova, una frazione di Monticello Brianza (Lc).  Era però un brigante buono, come Robin Hood, perchè si diceva che molto di quello che rubava ai ricchi possidenti di allora, lo donasse a coloro che riteneva bisognosi.

Ricostruzione della figura de “ul Curnova”

Sicuramente la Ca’ di Lader è stata e lo è tutt’ora, un rifugio per alcuni animali, come il tasso e la volpe.