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Comunità energetiche

IL NOSTRO IMPEGNO

Intro
Questo breve articolo ha l’intento di suggerire come adottare un approccio alternativo all’energia, non più agendo da consumatori disinteressati ma diventando protagonisti nella costruzione di una comunità …. energetica.

L’opuscolo completo è rintracciabile al seguente link.

Cosa è?

La comunità di energia rinnovabile è un soggetto giuridico che:

a. si basa sulla partecipazione aperta e volontaria, è autonomo ed è effettivamente controllato da azionisti o membri e ha la finalità di promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili mediante impianti che si trovano nella disponibilità dalla comunità, allo scopo di massimizzare i benefici di sostenibilità dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale;

b. I suoi azionisti o membri sono persone fisiche, piccole e medie imprese (PMI), enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, a condizione che, per le imprese private, la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e/o industriale principale;

c. Il soggetto giuridico della Comunità energetica è libero, ma deve mantenere i principi di società aperta e no profit dettati dalla normativa.

Come è?

Una comunità energetica può produrre energia da impianti di generazione da fonte rinnovabile di potenza inferiore a 1.000 kW entrati in esercizio dopo il 15 dicembre 2021 (nel fase sperimentale la potenza massima era di 200 kW). Una CER può in ogni caso comprendere più di un impianto di produzione, che comunque deve rispettare il limite di potenza.

La proprietà dell’impianto è libera. Essopuò essere di proprietà di un soggetto terzo e/o gestito da un soggetto terzo purché il terzo resti soggetto alle istruzioni della comunità/autoconsumatoredi energia rinnovabile e l’impianto sia nella disponibilità della comunità energetica.

L’ambito di sviluppo geografico di una comunità energetica riguarda i punti di connessione alla rete sottostanti la stessa cabina primaria.

L’incentivo riconosciuto alle comunità energetiche riguarda esclusivamente l’energia condivisa all’interno di esse.

È, in ogni ora, il minimo tra la somma dell’energia elettrica effettivamente immessa dall’impianto della CER e la somma dell’energia elettrica prelevata per il tramite dei punti di connessione che rilevano ai fini di una comunità di energia rinnovabile.

Esemplificazione

Dove?

Gli impianti fotovoltaici condivisi, che rappresentano il valore tangibile di questo modello, vengono installati sui lastrici solari delle imprese che ne possiedano le caratteristiche tecniche ed infrastrutturali idonee o su terreni marginali adeguati a tale utilizzo.

Grazie ad essi è possibile produrre ed immettere energia pulita nella Comunità energetica, permettendo ad altre imprese di beneficiarne.

Processo di gestione

Chi?

I prosumer

Sono i soggetti che scelgono di partecipare attivamente alla filiera di produzione e consumo della propria energia all’interno della Comunità energetica.

  1. Autoconsumatori. Le realtà che mettono a disposizione il proprio lastrico solare per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico inserito in Comunità energetica e autoconsumano parte dell’energia prodotta.
  2. Autoproduttori. I soggetti e le realtà che investono economicamente nell’acquisto di quote dell’impianto e beneficiano dei ritorni che ne derivano. Attraverso il proprio investimento gli Autoproduttori rendono possibile la realizzazione dell’impianto fotovoltaico e possono mettere a disposizione i propri consumi in CER se territorialmente forniti dalla stessa cabina primaria.
  3. Consumatorilocali. I soggetti e le realtà che,territorialmente fornite dalla stessa cabina primaria,mettono a disposizione i propri consumi all’interno della Comunità energetica rinnovabile,potendo beneficiare di un Bonus CER.

Quando?

La Comunità energetica rinnovabile (CER).

Si tratta del veicolo societario che permette l’integrazione dell’intera filiera, dalla produzione al consumo di energia rinnovabile e certificata, consentendo la creazione di una vera e propria “comunità energetica”.

Può gestire l’energia in modo “virtuale” e senza limiti territoriali condividendo con i propri partecipanti il valore generato.

Può essere configurata anche come “veicolo territoriale” per aggregare impianti di produzione condivisi e consumatori all’interno di aree localizzate, attraverso il recepimento del D Lgs 199/21 (attuazione della direttiva europea sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, RED II), evolvendosi in CER locale.

Evoluzione

Questi progetti sono facilmente integrabili in azioni di riqualificazione edilizia di siti attualmente improduttivi, in particolare in un’ottica di recupero e utilizzo sostenibile di beni comuni.

Gli impianti condivisi possono essere installati in terreni non utilizzabili per altri fini o in aree industriali riqualificate promuovendo un coinvolgimento della cittadinanza che, attraverso questa progettualità, otterrebbe diversi vantaggi:

  1. Diminuzione dei costi energetici attraverso la partecipazione ai progetti di comunità energetica connessi agli impianti condivisi;
  2. Utilizzo di un’area improduttiva e contribuzione ad opere di riqualificazione edilizia necessarie per il miglioramento territoriale;
  3. Esperienza di nuova socialità, basata su bisogni concreti e su valori sempre più condivisi, e comprendente soggetti diversi che spesso faticano a sviluppare progettualità condivise (enti pubblici, imprese, famiglie, terzosettore).